lunedì 1 luglio 2013

Moni Nilsson: "Nulla è impossibile se ci credi fino in fondo"


 A cura di Milena Galeoto


Moni Nilsson - photo: Mia Carlsson

Sono nata a Stoccolma nel 1955 e dopo un paio di viaggi a Banda Hagen, Högdalen e Jakobsbergsgatan, la famiglia Nilsson  è atterrata sull'isola di Kungsholmen.
Kungsholmen era un posto incredibile dove crescere. Non c'era solo il municipio dove era fantastico  giocarci a nascondino e insidiarsi nelle torri, e racchiuderci dentro tutto il mondo. Ma c'era un alveare di luoghi segreti e percorsi attraverso cortili e parchi. Ci viveva anche mia nonna che ci faceva delle deliziose frittelle di patate.
Era tanto tempo fa quando si poteva andare al cinema per poche corone, la domenica mattina. Sedersi al buio con i fidanzatini, mangiare caramelle, che da noi erano permesse solo nei giorni festivi! Sulle strade e sopra i ponti sferragliavano i tram e le case e i cortili erano aperti, la vita era meravigliosamente semplice
"Hai vissuto nell'età della pietra?" Dicono i miei figli, e io sono d'accordo con loro. Oggi i cortili sono chiusi da cancelli elettronici, e la moltitudine e la diversità delle persone stanno scomparendo. Ben presto, solo i ricchi possono permettersi di vivere in città, nei centri storici e  così col tempo questi luoghi stanno perdendo i loro colori e la loro anima.
E’ chiaro che c'è una differenza tra l'essere  bambino oggi rispetto ai tempi di quando ero bambina io. Non avevamo bisogno di temere così tanto, con l’ansia di smarrire i telefoni cellulari, per esempio, o il rischio di essere vittime di violenza. Eppure, nulla è realmente cambiato, solo l’ambiente circostante. Ma crescere resta sempre l’avventura più magica, paurosa, divertente e a volte difficile da vivere. Ed è questo che cerco di scrivere nei miei libri.
La famiglia Nilsson, la mia famiglia, era formata da una madre ebrea, Hella Helena venuta in Svezia come rifugiata durante la seconda guerra mondiale. A diciannove anni conobbe mio padre, Olle, figlio di operai sull'isola di Kungsholmen. E così nacque un amore sconfinato. Ma la comunità ebraica di Stoccolma era inorridita al pensiero che mia madre avrebbe sposato un goy (cioè non Ebreo) e così la espulsero dalla congregazione. Non molto meglio, era dalla parte cristiana, quando mio padre presentò a casa un’ebrea. "Oh mio Dio, sapessi come sono questi, dal naso adunco, inaffidabili e avidi. E Come potranno mai essere i vostri figli??”.

Mia nonna ha sempre sostenuto fin al giorno della sua morte, che la  voglia di viaggiare, mia e dei miei fratelli, "era a causa di un difetto genetico”. L'Ebreo Errante aveva avvelenato il nostro sangue!

Bene, questo significa che noi, io, mio fratello Pepe e mia sorella Lotta , siamo cresciuti in una casa completamente laica . E’ stata una famiglia divertente, caotica, amorevole e stimolante.
Abbiamo viaggiato molto e incontrato molte persone. Casa nostra era frequentata da artisti provenienti da Olanda,  America: ballerini da New York, attori disoccupati e poeti che venivano nel cuore della notte a leggere una nuova poesia.

Eva-Marie, una dei miei migliori amici, era solita dire: “sedersi sul divano a casa tua, era proprio come guardare la TV”.
Forse era un'infanzia un po' stramba la mia, se ci penso, ma decisamente stimolante.
Ecco, quello che ho imparato dalla mia famiglia che niente è impossibile e che tutti hanno diritto di essere trattati ugualmente, amo trasmetterlo nei miei libri. 

"Nulla è impossibile se ci credi fino in fondo!"

Ho sempre voluto essere o una ballerina o una scrittrice perché a scuola ero un disastro, specie in matematica ma la ginnastica e la scrittura sono stati sempre il mio forte.
Poi ho frequentato il college per diventare insegnante e ripensando, oggi, a quei tempi, mi rendo conto che alcuni hanno una naturale propensione all’insegnamento, altri sono negati.
Il mio insegnante preferito  si chiamava Stig Starrsiö, era un docente di svedese, una delle persone per cui oggi scrivo. Ci invitava a scrivere sceneggiature e a leggere racconti e poesie, un’esperienza formativa molto intensa, non ricordo che avesse mai usato la penna rossa per correggerci gli errori di ortografia ma soltanto annotato alcuni commenti che oggi ancora conservo.
Poi successivamente non incontrai più insegnanti di questo spessore, così abbandonai il percorso di studi.  Lavorando con i bambini e frequentando un corso di dattilografia. Chi l’avrebbe mai detto che dall’imparare a battere su macchine da scrivere elettriche avrei un giorno comunicato con tutto il mondo.
Poi ho lavorato e viaggiato, lavorato e viaggiato e quando mi sono fermata ho letto alla Folkhögskola (liceo comunale) dove ho incontrato  insegnanti che mi ricordavano  Stig Starrsiö, che apprezzavano molto il pensiero creativo e lo incoraggiavano. E lì che ho incontrato il mio futuro marito Anders.
Circa cinque anni dopo, quando Jojo, il mio primo figlio è venuto al mondo, ho deciso di provare a scrivere un libro. Era Bartolomeus och spöket (Bartolomeo e il fantasma). Non mi sono sentita così tanto scrittrice fino a quando ho avuto in mano il libro finito e ho sfogliato le pagine.
"Facile fare lo scrittore," ho pensato, ma non lo era". Credo di essere stata all’inizio una delle scrittrici più rifiutate. Tzatziki è stato il mio ultimo tentativo. Avevo ormai 40 anni e pensavo, se adesso mi rifiutano anche questo, dovrò pensare a cosa voler essere.
Tzatziki fu rifiutato e finì in un cassetto per un po', ma poi incontrai la signora Olofsson della casa editrice Natura e Cultura. Sono stata fortunata perché a lei piaceva il mio racconto. E successivamente è piaciuto anche a tante altre persone, sia bambini che adulti, e dopo tre libri di Tzatziki, ho osato finalmente dedicarmi alla scrittura a tempo pieno. Ho avuto il coraggio di credere che era possibile che io potessi vivere la mia scrittura, anche se io a malapena, ancora oggi, oso definirmi una scrittrice.

La fortuna e la caparbietà sono necessari se si vuole fare lo scrittore. Insieme ad alcune esperienze di vita. Il mio percorso qui è stato attraversato da diverse esperienze, dalla donna delle pulizie, a supplente, come maestra di asil nido, traduttrice, addetta alle vendite, conduttrice di programmi per bambini alla radio. Ma il più istruttivo tra tutti è stato sicuramente essere madre.

Quando mio figlio maggiore si è sposato l'altro anno, uno dei suoi amici d'infanzia si è voltato e mi ha ringraziato per come si è sempre sentito a suo agio a casa nostra, e perché avevo sempre avuto il tempo di parlare con loro. Poi io gli ho risposto:

Che senza i miei figli e tutti i loro amici, sarebbe stato molto difficile per me scrivere di e per i bambini e gli adolescenti. Che sono loro ad avermi dato non solo l'ispirazione, ma anche, sempre senza saperlo, ho condiviso la loro energia, i desideri, i pensieri e le riflessioni.

Per questo io sono sinceramente grata!

Moni Nilson è un' autrice e sceneggiatrice di storie per bambini molto apprezzata nel suo paese, tanto da aver ricevuto negli anni diversi riconoscimenti:

  • 1997 – Bokjuryn (kategori 7-9 år)
  • 1998 – Nils Holgersson-plaketten (for Bara Tsatsiki)
  • 1999 – BMF-plaketten (for Tsatsiki och kärleken)
  • 1999 – Bokjuryn (kategori 7-9 år)
  • 1999 – Wettergrens barnbokollon
  • 2001 – Bokjuryn (kategori 7-9 år)
  • 2003 – Bokjuryn (kategori 14-19 år)
  • 2010 – Astrid Lindgren-prisen

Pubblicazioni in Italia 
                                                               
2009- Tsatsiki e Ma' - Bohem Press
2010 - Tsatsiki e Pa'- Bohem Press















Bigliografia completa edizioni svedesi 
  • 1977 - Villa 78
  • 1983 - Bartolomeus och spöket (illustrazioni di Pija Lindenbaum)
  • 1995 - Tsatsiki och morsan (illustrazioni di Pija Lindenbaum)
  • 1996 - Tsatsiki och farsan (illustrator: Pija Lindenbaum)
  • 1997 - Bara Tsatsiki (con Pija Lindenbaum)
  • 1998 - Sejtes skatt (Fantasy book)
  • 1998 - Riddarpojken (insieme a Boel Werner)
  • 1999 - Tsatsiki och kärleken (illustrazioni di Pija Lindenbaum)
  • 2001 - Tsatsiki och Retzina (illustrazioni di Pija Lindenbaum)
  • 2001 - Klassresan
  • 2002 - Smått och gott med Samuel Svensson (illustrator: Kiran Maini Gerhandsson)
  • 2003 - Malin + Rasmus = sant: en fristående fortsättning på Klassresan
  • 2005 - Salmiak och Spocke (illustrator:Lisen Adbåge)
  • 2006 - Salmiak och Hedda: det femte hålet (illustrator: Lisen Adbåge)
  • 2007 - Hoppet: Jumpin' Jack Az
  •  2007 - Sejtes skatt
MONI NILSSON WEBSITE

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