domenica 14 luglio 2013

Non chiamatela Pippi Calzelunghe



 di Milena Galeoto


Non chiamatemi Pippi Calzelunghe
Non chiamatela PIPPI, mi raccomando, lei è Manuela Acquafresca alias Vladimira Bianchetti, il nome che la vulcanica autrice triestina ha scelto per il suo personaggio. 

Una lettura appassionante, quella di Non chiamatemi Pippi Calzelunghe come d’altronde può essere la lettura di un diario segreto, ma non uno qualsiasi, di una bambina qualsiasi ma di Vladimira, detta Vlady, che ne combina di tutti i colori! 

Ha nove anni e ricorda molto la vivace ragazzina raccontata da Astrid Lindgren quasi settant’anni fa e non solo per il suo modo di essere sopra le righe, avventurosa e impertinente ma perché, ahi lei, a Pippi Calzelunghe ci assomiglia davvero! 


Vladimira Bianchetti frequenta la IV elementare a Santo Ponzio  ed è mpossibile per la pestifera protagonista, dove la scuola e finanche la piazza portano lo stesso nome del paese, non sentire l’incontenibile desiderio di vivere fuori dagli schemi, proprio uguale a Pippi  come la chiamano perfino il parroco, il panettiere e anche la sua maestra di storia e geografia Lella Sardella (soprannominata Lella Scodella per il suo rotondo fondoschiena). 

Tenete presente le dolci principesse, le ammiccanti Winx o le femminucce occhi da cerbiatto? Bene, Vlady è esattamente l’opposto, un vero maschiaccio specie quando si trova di fronte Federico Gallucci che, nientedimeno, frequenta la prima media e che la chiama non solo bimbetta dell’asilo ma PIPPI (un nome che fa sorridere, diceva la canzone)  che alla pestifera protagonista proprio non va giù!

Se non fosse per il suo amico Pulcioso, il suo amatissimo Nonno Eufemio, la sua amica del cuore Serena (di nome e di fatto), Timmy il piccolo genio (che le fa battere il cuore) e Daniele il più gracilino di tutti, amante dell'horror, la vita di Vladimira Bianchetti sembrerebbe segnata da un terribile sortilegio per tutti i guai che le capitano! Come quando per sfidare il belloccio bullo Federico Gallucci, colpì con la fionda  lo sciccoso cappello di una signorina che per raccoglierlo urtò un ciclista, innescando una vera e propria catena della sfortuna che costò la gamba rotta di un distinto signore che passava per caso da quelle parti.  Ma come Vlady racconta nel suo diario, le disgrazie non arrivano mai da sole, così, potete immaginare chi si ritroverà in classe come sostituta dell’insegnante di matematica… 

Questo solo un assaggio di “Non chiamatemi Pippi Calzelunghe”, un libro adatto agli amanti di tragicomiche avventure, scritte con dirompente ironia sottoforma di diario segreto da Maggio a Settembre, tra vicende di scuola, vacanze estive e buoni propositi, almeno così si spera…



Manuela Acquafresca

Manuela Acquafresca (detta anche Manu o Manolita per gli amici) è un’autrice di libri per bambini... che conosce sul serio! Non solo perché insegna da molti anni alla scuola dell’Infanzia (amatissima dai suoi piccoli allievi) ma perché  la bambina che è in lei non ha smesso mai di esistere. Allegra come un fiume incontenibile di vitalità, mamma orgogliosa di due splendide ragazze, Michela e Marisol, zia di quattro nipoti, insomma, circondata da bambini e adolescenti che spiegano la crescente voglia di scrivere per loro. Ma Manuela non scrive soltanto, legge tantissimo, attività che condivide con la sua famiglia, specie con il marito Maurizio (detto Mauri) che colleziona diversi libri antichi che ama restaurare.
L’amore per la scrittura nasce da molto lontano, da quando era bambina e la sua prima lettrice è stata la maestra Sebastiana Tingalli che grazie al cielo non le ha inibito questa passione, avendole scritto sulla pagella di quinta elementare: “l’alunna non è portata per la lingua italiana e non ama scrivere”. Ma i grandi, si sa, spesso sono insofferenti di fronte a bambini vivaci e pieni di fantasia perché, a detta loro, non sono attenti! Ma si sbagliano perché sono proprio quei bambini che crescendo riescono a fissare meglio le emozioni e le esperienze di vita “vissuta” fuori dagli schemi, capaci di donare come la nostra autrice, una scrittura ricca di particolari, sensazioni e modi di essere.

I piccoli lettori si chiederanno, chissà com’era Manuela Acquafresca da bambina?

Eccola, nella simpatica descrizione di se stessa:

Sono sempre stata una bambina distratta che volava via con la sua fantasia ed ero poco attenta alle lezioni, cosa che faceva innervosire tutti i miei insegnanti.
Grande inventiva per i giochi, costruivo e progettavo  pupazzi, bambole, abiti e centomila altri oggetti fatiscenti ma sempre coloratissimi e pieni di magia.
Cantavo davanti allo specchio con la spazzola per microfono e con i pantaloni del pigiama calcati in testa, fingendo di essere una cantante famosa con la chioma lunghissima e non con quei capelli cortissimi che mia madre mi obbligava a portare.
Odiavo la matematica, le persone curiose e le bambine viziate.
Amavo e amo la cioccolata, il gelato, la pizza  e l’insalata, soprattutto  condivisi con chi amo.
Amavo parlare con gli alberi e abbracciarli e lo faccio tuttora, ho cercato in mille modi d’imparare il linguaggio degli animali e poi ha capito che bastava parlare a loro con amore e ci scoprivano subito amici inseparabili.
Ho salvato molti uccellini caduti dai loro nidi prima che finissero nelle grinfie di gatti randagi e affamati, ho liberato lucertole dalle mani dispettose dei bulli di strada e anche micetti impauriti…. vendicandomi con quei ragazzini che si prendevano gioco dei più deboli e li torturavano gratuitamente. Devo ammettere che,  purtroppo, crescendo non sono cambiata, sono rimasta tale e quale solo con qualche ruga in più, qualche chiletto di troppo a causa delle perdute corse a perdifiato nei giardini.”

Insomma, ci sarebbe stato da scrivere un romanzo intero anche solo per raccontare di tutte le avventure fantastiche che continua a vivere nella sua fantasia insieme ai suoi amici di sempre. Capite adesso chi è Vladimira Bianchetti: è lei, Manuela Acquafresca. La scelta del nome, poi, spiega chiaramente l’amore dell’autrice di mescolare le diversità, vivendo in terra di confine (il Friuli) dove razze, religioni e culture si mescolano da sempre, così Vladimira è un nome tipico dell’Est e Bianchetti, propriamente italiano.


Oltre al diario di Vladimira Bianchetti, edito da Acar Edizioni, primo di una serie dedicata al mitico personaggio di Pippi Calzelunghe, Manuela Acquafresca ha esordito come scrittice nel 2012 con una fiaba edita da Edigiò, intitolata: Le zollette di zucchero e il ballo a corte. E successivamente con la stessa casa editrice: Streghella e la dolce frittella.  Nel Febbraio 2013, invece, è uscito il primo libro di una collana “Filatelica” per ragazzi della quale Manuela è unica autrice in Europa, intitolato: Francobollo, Letterina e il viaggio nello ….SPAZIO!”  Racconti dentellati che presenta con cadenza trimestrale alle scuole primarie della sua città e a quelle della minoranza slovena presso il museo postale italiano  della MITTELEUROPA.

… E per chi crede che in Friuli non ci siano vulcani, è perché non ha incontrato Manuela Manolita  Pippilotta alias Vladimira Bianchetti!


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