A cura di Milena Galeoto
Moni Nilsson - photo: Mia Carlsson |
Sono nata a Stoccolma nel 1955 e dopo
un paio di viaggi a Banda Hagen, Högdalen e Jakobsbergsgatan, la
famiglia Nilsson
è atterrata sull'isola di Kungsholmen.
Kungsholmen era un posto incredibile
dove crescere. Non c'era solo il municipio dove era fantastico giocarci a
nascondino e insidiarsi nelle torri, e racchiuderci dentro tutto il mondo. Ma
c'era un alveare di luoghi segreti e percorsi attraverso cortili e parchi. Ci
viveva anche mia nonna che ci faceva delle deliziose frittelle di patate.
Era tanto tempo fa quando si poteva
andare al cinema per poche corone, la domenica mattina. Sedersi al buio con i
fidanzatini, mangiare caramelle, che da noi erano permesse solo nei giorni
festivi! Sulle strade e sopra i ponti sferragliavano i tram e le case e i
cortili erano aperti, la vita era meravigliosamente semplice
"Hai vissuto nell'età della
pietra?" Dicono i miei figli, e io sono d'accordo con loro. Oggi i cortili
sono chiusi da cancelli elettronici, e la moltitudine e la diversità delle
persone stanno scomparendo. Ben presto, solo i ricchi possono permettersi di
vivere in città, nei centri storici e così col tempo questi luoghi stanno
perdendo i loro colori e la loro anima.
E’ chiaro che c'è una differenza tra
l'essere bambino oggi rispetto ai tempi di quando ero bambina io. Non
avevamo bisogno di temere così tanto, con l’ansia di smarrire i telefoni
cellulari, per esempio, o il rischio di essere vittime di violenza. Eppure,
nulla è realmente cambiato, solo l’ambiente circostante. Ma crescere resta
sempre l’avventura più magica, paurosa, divertente e a volte difficile da
vivere. Ed è questo che cerco di scrivere nei miei libri.
La famiglia Nilsson, la mia famiglia,
era formata da una madre ebrea, Hella Helena venuta in Svezia come rifugiata
durante la seconda guerra mondiale. A diciannove anni conobbe mio padre, Olle,
figlio di operai sull'isola di Kungsholmen. E così nacque un amore sconfinato.
Ma la comunità ebraica di Stoccolma era inorridita al pensiero che mia madre
avrebbe sposato un goy (cioè non Ebreo) e così la espulsero dalla
congregazione. Non molto meglio, era dalla parte cristiana, quando mio padre
presentò a casa un’ebrea. "Oh mio Dio, sapessi come sono questi, dal naso
adunco, inaffidabili e avidi. E Come potranno mai essere i vostri figli??”.
Mia nonna ha sempre sostenuto fin al
giorno della sua morte, che la voglia di viaggiare, mia e dei miei
fratelli, "era a causa di un difetto genetico”. L'Ebreo Errante aveva
avvelenato il nostro sangue!
Bene, questo significa che noi, io, mio fratello Pepe e mia sorella Lotta , siamo cresciuti in una casa completamente laica . E’ stata una famiglia divertente, caotica, amorevole e stimolante.
Bene, questo significa che noi, io, mio fratello Pepe e mia sorella Lotta , siamo cresciuti in una casa completamente laica . E’ stata una famiglia divertente, caotica, amorevole e stimolante.
Abbiamo viaggiato molto e incontrato
molte persone. Casa nostra era frequentata da artisti provenienti da Olanda, America:
ballerini da New York, attori disoccupati e poeti che venivano nel cuore della
notte a leggere una nuova poesia.
Eva-Marie, una dei miei migliori
amici, era solita dire: “sedersi sul divano a casa tua, era proprio come
guardare la TV”.
Forse era un'infanzia un po' stramba
la mia, se ci penso, ma decisamente stimolante.
Ecco, quello che ho imparato dalla mia
famiglia che niente è impossibile e che tutti hanno diritto di essere trattati
ugualmente, amo trasmetterlo nei miei libri.
"Nulla è impossibile se ci credi
fino in fondo!"
Ho sempre voluto essere o una
ballerina o una scrittrice perché a scuola ero un disastro, specie in
matematica ma la ginnastica e la scrittura sono stati sempre il mio forte.
Poi ho frequentato il college per
diventare insegnante e ripensando, oggi, a quei tempi, mi rendo conto che
alcuni hanno una naturale propensione all’insegnamento, altri sono negati.
Il mio insegnante preferito si
chiamava Stig Starrsiö, era un docente di svedese, una delle persone per cui
oggi scrivo. Ci invitava a scrivere sceneggiature e a leggere racconti e
poesie, un’esperienza formativa molto intensa, non ricordo che avesse mai usato
la penna rossa per correggerci gli errori di ortografia ma soltanto annotato
alcuni commenti che oggi ancora conservo.
Poi successivamente non incontrai più
insegnanti di questo spessore, così abbandonai il percorso di studi. Lavorando
con i bambini e frequentando un corso di dattilografia. Chi l’avrebbe mai detto
che dall’imparare a battere su macchine da scrivere elettriche avrei un giorno
comunicato con tutto il mondo.
Poi ho lavorato e viaggiato, lavorato
e viaggiato e quando mi sono fermata ho letto alla Folkhögskola (liceo
comunale) dove ho incontrato insegnanti che mi ricordavano Stig
Starrsiö, che apprezzavano molto il pensiero creativo e lo incoraggiavano. E lì
che ho incontrato il mio futuro marito Anders.
Circa cinque anni dopo, quando Jojo,
il mio primo figlio è venuto al mondo, ho deciso di provare a scrivere un
libro. Era Bartolomeus och spöket (Bartolomeo e il fantasma). Non mi sono
sentita così tanto scrittrice fino a quando ho avuto in mano il libro finito e
ho sfogliato le pagine.
"Facile fare lo scrittore,"
ho pensato, ma non lo era".
Credo di essere stata all’inizio una delle scrittrici più rifiutate. Tzatziki è
stato il mio ultimo tentativo. Avevo ormai 40 anni e pensavo, se adesso mi
rifiutano anche questo, dovrò pensare a cosa voler essere.
Tzatziki fu rifiutato e finì in un
cassetto per un po', ma poi incontrai la signora Olofsson della casa editrice
Natura e Cultura. Sono stata fortunata perché a lei piaceva il mio racconto. E
successivamente è piaciuto anche a tante altre persone, sia bambini che adulti,
e dopo tre libri di Tzatziki, ho osato finalmente dedicarmi alla scrittura a
tempo pieno. Ho avuto il coraggio di credere che era possibile che io potessi
vivere la mia scrittura, anche se io a malapena, ancora oggi, oso definirmi una
scrittrice.
La fortuna e la caparbietà sono
necessari se si vuole fare lo scrittore. Insieme ad alcune esperienze di vita. Il mio percorso
qui è stato attraversato da diverse esperienze, dalla donna delle pulizie, a
supplente, come maestra di asil nido, traduttrice, addetta alle vendite,
conduttrice di programmi per bambini alla radio. Ma il più istruttivo tra tutti
è stato sicuramente essere madre.
Quando mio figlio maggiore si è
sposato l'altro anno, uno dei suoi amici d'infanzia si è voltato e mi ha
ringraziato per come si è sempre sentito a suo agio a casa nostra, e perché
avevo sempre avuto il tempo di parlare con loro. Poi io gli ho risposto:
Che senza i miei figli e tutti i loro
amici, sarebbe stato molto difficile per me scrivere di e per i bambini e gli
adolescenti. Che sono loro ad avermi dato non solo l'ispirazione, ma anche,
sempre senza saperlo, ho condiviso la loro energia, i desideri, i pensieri e le
riflessioni.
Per questo io sono sinceramente grata!
Per questo io sono sinceramente grata!
Moni Nilson è un' autrice e
sceneggiatrice di storie per bambini molto apprezzata nel suo paese, tanto da
aver ricevuto negli anni diversi riconoscimenti:
- 1997 – Bokjuryn (kategori 7-9 år)
- 1998 – Nils Holgersson-plaketten (for Bara Tsatsiki)
- 1999 – BMF-plaketten (for Tsatsiki och kärleken)
- 1999 – Bokjuryn (kategori 7-9 år)
- 1999 – Wettergrens barnbokollon
- 2001 – Bokjuryn (kategori 7-9 år)
- 2003 – Bokjuryn (kategori 14-19 år)
- 2010 – Astrid Lindgren-prisen
Pubblicazioni in Italia
2009- Tsatsiki e Ma' - Bohem Press |
2010 - Tsatsiki e Pa'- Bohem Press |
Bigliografia completa edizioni svedesi
- 1977 - Villa 78
- 1983 - Bartolomeus och spöket (illustrazioni di Pija Lindenbaum)
- 1995 - Tsatsiki och morsan (illustrazioni di Pija Lindenbaum)
- 1996 - Tsatsiki och farsan (illustrator: Pija Lindenbaum)
- 1997 - Bara Tsatsiki (con Pija Lindenbaum)
- 1998 - Sejtes skatt (Fantasy book)
- 1998 - Riddarpojken (insieme a Boel Werner)
- 1999 - Tsatsiki och kärleken (illustrazioni di Pija Lindenbaum)
- 2001 - Tsatsiki och Retzina (illustrazioni di Pija Lindenbaum)
- 2001 - Klassresan
- 2002 - Smått och gott med Samuel Svensson (illustrator: Kiran Maini Gerhandsson)
- 2003 - Malin + Rasmus = sant: en fristående fortsättning på Klassresan
- 2005 - Salmiak och Spocke (illustrator:Lisen Adbåge)
- 2006 - Salmiak och Hedda: det femte hålet (illustrator: Lisen Adbåge)
- 2007 - Hoppet: Jumpin' Jack Az
- 2007 - Sejtes skatt
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